LE TESTIMONIANZE
DEGLI ASTRONAUTI Le missioni spaziali della NASA, l'ente spaziale americano, hanno portato l'uomo ad interagire direttamente con lo spazio in cui si muove la Terra. Nel corso di queste missioni gli astronauti hanno avuto modo di essere testimoni di fenomeni che potrebbero essere riconducibili alla manifestazione di altre forme di vita intelligente operanti nello spazio.
Si ha la netta impressione che tutte le maggiori imprese astronautiche, almeno per quanto si conosce di quelle americane, siano state accompagnate da eventi che rientrano in un modo o nell'altro nell'ambito della fenomenologia UFO.
Si incomincia dall'impresa della Mercury, una delle prime navicelle lanciate in orbita intorno alla Terra. Il 24 maggio 1962, nel corso di una di queste missioni orbitali, l'astronauta Scott Carpenter avvistò e fotografò un oggetto non identificato che si avvicinava lentamente alla sua capsula e sembrava osservarlo.
In occasione del volo di Gemini IV, nel '65, l'astronauta Mc Divitt poté osservare dall'oblò tre misteriosi oggetti che fluttuando nello spazio seguivano la sua navicella. L'astronauta descrisse il primo come un lungo cilindro, vagamente a forma di sigaro, con due grosse pale attaccate sui fianchi. Gli altri due gli erano sembrati circolari e di forma lenticolare. Riuscì perfino a fotografare uno di questi e le foto sono oggi custodite negli archivi della NASA che le ha anche rilasciate pubblicamente alla stampa mondiale.
Gli abituali scettici dell'epoca obiettarono che Mc Divitt aveva visto semplicemente un satellite artificiale, ma dal canto suo la NASA negò che potessero essercene sull'orbita percorsa dalla Gemini IV, e per di più di quella forma e dimensione.
Il 4 dicembre 1965, durante il rientro dalla missione nello spazio della navicella americana Gemini VII, l'astronauta Bormann vide e fotografò due oggetti sconosciuti a forma di tazza rovesciata, di cui esistono foto rilasciate dalla NASA, che si muovevano nell'atmosfera al di sotto della sua navicella spaziale.
Nel corso della missione di Apollo 8, l'equipaggio ebbe modo di osservare e di fotografare due oggetti non identificati affiancati in prossimità della loro navicella.
Il 21 luglio 1969, durante la missione lunare di Apollo 11, l'astronauta Collins in orbita intorno alla Luna vide un oggetto minuscolo dai riflessi metallici posato sul pendio di un cratere lunare.
Il 14 novembre 1969, durante la missione di Apollo 12, la navicella spaziale venne inseguita per lungo tempo da un oggetto sconosciuto che la tallonava senza mai avvicinarsi, ma mantenendo una distanza costante. L'astronauta Conrad descrisse questo oggetto come un grosso cilindro con delle lunghe braccia estese in fuori.
Durante la missione dello Shuttle Discovery, avvenuta nel settembre del 1991, l'equipaggio fu testimone di una serie di avvistamenti di altri oggetti inspiegabili che vennero filmati con una videocamera da uno degli astronauti impegnati nella missione. Gli oggetti che si avvicinavano alla navicella erano molti e di varie dimensioni. La maggior parte di essi si presentavano come piccole sfere luminose di pochi centimetri di diametro. Sembravano possedere un movimento proprio e alle volte antagonista con la direzione orbitale della navicella. Alcuni di essi sembravano all'improvviso scomparire per riapparire a pochi metri di distanza producendo una sorta di flash.
In una sequenza del filmato si vede posizionarsi in coda allo Shuttle un oggetto scuro a forma di cappello che ricorda l'oggetto fotografato da Adamski durante il suo controverso incontro con gli alieni nel 1952 nel deserto dell'Arizona.
L'incontro degli Shuttle con oggetti non identificati continuerà in ulteriori e numerose occasioni.